Trattamenti energetici: sinergie e/o distonie

E’ utile o consigliabile o meno sottoporsi a trattamenti energetici e/o chimici nello stesso periodo?

Si tratta di una domanda che ci pone in riflessione su vari aspetti.

Innanzitutto le varie pratiche energetiche, come anche quelle mediche (sia allopatiche che omeopatiche che naturopatiche) possono essere generiche o più o meno mirate alla risoluzione di un problema.

Voi che mi conoscete come insegnante Reiki sapete che alcune tecniche devono essere messe a disposizione per il meglio della persona.

Ma non in tutte le scuole si apprende la medesima disposizione. Ed a seconda degli obiettivi possono emergere risultati molti differenti.

Quanto ai rimedi chimici (farmaceutici o naturali) sono mirati al sintomo e solo in casi aiutano a prendere consapevolezza delle cause.

Agire per il meglio è ben diverso da togliere un sintomo. Facciamo un esempio, per comprendere. Attenuare un dolore di una caviglia slogata potrebbe permettere di camminare ed al contempo creare una lesione permanente a causa del mancato riposo dell’arto.

Mettere energia a disposizione per il meglio potrebbe non ridurre il disagio ma rendere bensì consapevoli delle reali esigenze del corpo e poter agire sulle cause.

Eppure viviamo in una società in cui ci viene costantemente proposta la riduzione dei sintomi, perché dobbiamo sempre essere attivi e lavorativi, quindi si diffondono sempre di più tecniche energetiche che vanno nella direzione dell’evitare di sentire disagio. Questo avviene a costo di non permetterci di capire il reale messaggio sottostante al sintomo.

Mescolare varie tecniche energetiche e/o vari rimedi potrebbe essere rischioso.

Qualcuno si chiederà come può accadere se fossero tutti naturali.

Immaginiamo il caso di un naturopata che decida di suggerire rimedi per un sintomo e nello stesso periodo di un operatore olistico che lavori a livello energetico con altri obiettivi.

Il soggetto interessato potrebbe essere spinto in una direzione da una via e tirato in altra direzione dall’altra attività. Creando confusione nel sistema energetico dell’individuo stesso.

Entrambi pensano di agire correttamente, ma se non si coordina la loro attività i rischi si possono verificare. Quindi si possono unire le forze, ma solo se si concorda la direzione da intraprendere.

Lo stesso avviene comunque se si usano due tecniche differenti energetiche, quando una operi sul sistema globale come reiki e l’altra agisca in modo mirato su una patologia o un obiettivo.

In alcuni casi è altrimenti saggio sospendere un tipo di trattamento e riprenderlo in seguito.

E se qualche ci chiede di sospendere le sedute per non interferire nel suo prezioso e più mirato lavoro, cosa possiamo fare? Si potrebbe spiegare che essere operatori reiki ci comporta il mettere a disposizione una vibrazione per il meglio e quindi il nostro lavoro potrebbe essere basilare e andare maggiormente in profondità rispetto ad un semplice lavoro fisico o chimico o anche energetico mirato sul sintomo. Ma se la scelta del nostro individuo è di rinunciare al nostro trattamento, meglio lasciare la libera scelta.

Non ci è possibile decidere per le sorti altrui. Tutti sono liberi di esercitare il proprio libero arbitrio.

E tutti hanno i loro modi e tempi per raggiungere l’obiettivo, anche in base al loro karma ed al proprio dharma.

Quindi l’unica cosa che si può suggerire è il rispetto, che unito ad un sano buon senso ci mette in una posizione di non interferenza nella vita altrui, quindi karmicamente senza conseguenze.